CORRIERI E AMAZON – LE DUE FACCE DELLA MEDAGLIA
Ci siamo trovati a commentare un fatto di cronaca recente: i ‘corrieri’ dipendenti da alcune società utilizzate da Amazon per le consegne hanno scioperato lamentando ritmi di lavoro insostenibili.
Il primo atteggiamento è stato di essere solidali con questi lavoratori: 120-180 consegne/giorno (una ogni 3-4 minuti) sembrano volumi incredibili. In capo ad una vita di lavoro si arriva a numeri iperbolici: un milione e più di pacchi consegnati danno la dimensione dei volumi trattati da questi lavoratori. Subito dopo, però, non abbiamo potuto evitare considerazioni meno tranquillizzanti per noi: siamo clienti Amazon molto soddisfatti, la merce costa poco, il sistema rasenta la perfezione ed il pacco arriva sempre e velocemente sulla nostra scrivania. È molto difficile rinunciarvi e tornare indietro.
Ed eccoci a pensare a tutte le attività umane ripetitive che conosciamo per lavoro o per esperienza diretta nella vita: quante telefonate riceve o fa, nella sua vita un operatore di call center, quanti scontrini batte in un giorno un cassiere al supermercato, e un addetto alle presse, e un operaio al montaggio?
Poi, però, da clienti valutiamo i prodotti e il servizio e meglio ancora se tutto costa poco. E la fatica sottostante, le attività, le persone emergono molto poco.
Per evitare di incamminarci verso una strada senza uscita, abbiamo fatto ricorso ai contenuti della nostra professione: noi ci occupiamo di organizzazione e di costi di produzione, non possiamo prescindere da ciò.
E allora abbiamo cercato di immaginarci per quali strade qualche nostro ‘collega’ da qualche parte abbia concluso che 120-180 consegne/giorno sia un valore sostenibile e a fronte di quali considerazioni.
Ed ecco, perciò, l’esercizio di individuare le ‘VARIABILI’ contenute in questa specifica attività umana:
- Un solo indirizzo (es. un grande condomino con custode) può valere più consegne (quale è la media di consegne per indirizzo)?
- I percorsi sono ottimizzati e in sequenza?
- Come sono distribuite le aree geografiche di competenza, quali tipologie, quali dimensioni?
- Come incidono gli Amazon Locker nel numero complessivo di consegne?
- Pesi e dimensioni della merce hanno una distribuzione equa e ottimizzata?
- Quali maggiorazioni di tempo sono state considerate e accettate, a fronte di quali fenomeni? In altre parole, Incidenti, rallentamenti, semafori, strade chiuse, etc… come sono state considerate?
- Come sono state valorizzati i bisogni fisiologici dei corrieri?
- Le valutazioni effettuate ex ante, sono state confermate dai dati raccolti a consuntivo?
- ecc.
A questo poi, abbiamo aggiunto anche una riflessione sul contesto nel quali operano la società di trasporto merci, su come vengono ingaggiate, sui livelli di servizio a loro richiesti, sul fatto che per continuare a esistere è necessario che abbiano un margine.
Solo lo studio, l’individuazione, l’approfondimento e la misurazione delle ‘variabili’ sottostanti ad ogni attività umana e la conoscenza del contesto ci possono dare una risposta di sintesi tra i due atteggiamenti contrastanti che avevamo all’inizio:
- Solidarietà istintiva a persone che neanche chiedevano più soldi ma solo più tempo
- Apprezzamento per servizi di consegna precisi, veloci e a basso costo
Ci è rimasta la curiosità professionale di conoscere come è effettivamente organizzato il lavoro dei singoli corrieri da parte del datore di lavoro anche se, soprattutto nella fattispecie, non si può prescindere dal tenere ben presenti le motivazioni profonde che hanno spinto le persone a scioperare, tra l’altro assumendosene i rischi.
Il senso di questa nostra riflessione è quello di ribadire l’importanza di coltivare il gusto del dubbio, della domanda, dell’individuazione di variabili date troppo spesso per scontate e della necessità dell’approfondimento e della ‘misura’ di tutte le cose che si succedono attorno. Solo così potremo farci un’idea compiuta dei fenomeni e lavorare per migliorarle. Nel lavoro e nella vita.
Nulla è neutro in questa società, non la tecnologia, non la scienza e neanche questa affermazione. Ma possiamo provare ad analizzare le cose con uno spirito libero, ancorati alle cose oggettive e non solo alle sensazioni, con il gusto di comprendere e di trovare una sintesi più avanzata.
Concludiamo, prendendo a prestito J.P. Sartre (La Nausea):
… Tu sei come quel metro di platino, che si conserva non so dove, a Parigi o nei dintorni. Non credo che nessuno abbia mai voglia di vederlo. E’ qui che ti inganni. Insomma, poco importa, io no di certo. Ma pure son contenta di sapere che esiste, che misura esattamente la dieci milionesima parte del quarto del meridiano terrestre. Ci penso ogni volta che si prende la misura di un appartamento e che mi vendono della stoffa al metro.